Caro diario e cari amici,

Vento di bufera, ieri mattina.
Mi rendo conto che nel mio diario parlo di vento quasi più di quanto non parli dei gatti. E’ vero, ma che ci volete fare: in questo periodo di isolamento vento e gatti sono le uniche compagnie extrafamiliari. La realtà è che io non amo il vento. Intendiamoci, non parlo della leggerissima brezza che rende piacevolissime le nostre estati, anche quelle più calde. (E chiedetelo agli ospiti del nostro ristorante quanto è piacevole il fresco che si respira qui da noi rispetto al caldo afoso che avvolge tutto, là sul mare. E sono solo 3 km.). No, io parlo del vento forte di fine inverno e inizio primavera, che ti entra dappertutto, non importa quanto sei “bardato”, che si infila sotto il cappello di lana per entrarti nelle orecchie, che ti fa mangiare segatura se usi la motosega, che ti sposta i rami con forza quando sei sull’albero a potare. Ecco, quello non lo sopporto. Mi sembra di essere un lenzuolo steso ad asciugare, e sbatacchiato di qua e di là.

(Ovviamente quella del lenzuolo è solo un’immagine fantasiosa, quasi retorica. Chi mi conosce sa che assomiglio per lo più ad un materasso. Ma se avessi parlato di materasso steso ad asciugare, qualcuno si sarebbe giustamente chiesto; – Ma dove le trova le mollette così grandi!? -.)
E’ ormai chiaro che cerco di fare (e di dire) tutto con un sorriso. E’ un po’ la mia risposta al timore che incomincia a serpeggiare in attesa della “riapertura”. Pare che tra poco saranno tolte molte restrizioni, e sarà un bel momento. Sarà una nuova rinascita. Pensate: potremmo rincontrarci! Anche se… mi domando: ma quali saranno le condizioni, come dovremo gestire i nostri rapporti, come organizzare il ristorante? Confesso di non essere per niente tranquillo. Accetto l’idea che niente potrà essere come prima, ma guanti e mascherine, metri di distanza tra i clienti e altri limiti che verranno imposti mi spaventano. Non discuto dell’utilità dei vincoli che verranno dati, e non è certo questo diario il luogo adatto per farlo. Solo mi domando: che ne sarà della convivialità, a cosa servirà che io sorrida alle persone se una mascherina impedirà di vederlo il sorriso?
Ma per non fasciarmi la testa troppo presto, vuol dire che metterò ancora più impegno nei lavori che sto facendo in campagna, perché è l’unica risposta che, in questo momento, posso dare alle mie paure.

Ieri ho tagliato l’erba (che nel frattempo è rinata), trapiantato i peperoni tondi e a corno, altre trombette, legato dei pomodori e semine varie. Soffiava un vento fortissimo ma l’ho affrontato, tanto a me non mi porta via; con due cappellini in testa nulla mi ferma.
Oggi invece c’è una bellissima giornata, e dopo questa breve pausa torno nell’orto che il bel tempo oltre a migliorare l’umore agevola anche molto il lavoro.

A presto!

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Il video che ha ispirato il titolo della pagina di diario di oggi? Lo trovate a questo link!